
Riflessioni intorno alla riforma costituzionale della giustizia di Giovanna De Minico
La proposta di riforma costituzionale della giustizia non si limita a introdurre la separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri, ma ridisegna la fisionomia dell’ordine giudiziario: scinde il CSM, sopprime la sua elettività e istituisce l’Alta Corte disciplinare, giudice speciale con mandato parziale. Dietro l’intento dichiarato di rafforzare l’imparzialità della giurisdizione, svuota progressivamente le garanzie costituzionali di autonomia e indipendenza della magistratura, sostituite da assetti strutturali che rischiano di assoggettare l’organo requirente all’indirizzo politico di turno. Né il disegno riformatore è in grado di potenziare i diritti dei cittadini, perché altera l’equilibrio tra accusa e difesa e inoltre indebolisce la funzione giurisdizionale nella sua essenza costituzionale.